sabato 29 novembre 2014

PIPPI CALZELUNGHE di Astrid Lindgren

"Sai Tommy, per suonare un piano senza piano ci vuole un bell'esercizio, prima di imparare!"
Quanto è lontana Pippi Calzelunghe dai nostri bambini iperprotetti? Non correre, non sudare, non ti sporcare, mangia più piano... aspetta, fermati, non ridere, fai il serio... Quanto spazio siamo disposti, noi adulti, a concedere ai nostri bambini affinché imparino a sperimentarsi e a dialogare con la vera dimensione di loro stessi? Siamo in un'epoca diversa perché Pippi nasce in un contesto sociale restringente e bigotto e la sua irriverenza scaturisce semplicemente dal desiderio dell'autrice di libertà e di emancipazione da una società troppo pressante, tuttavia la storia della ragazzina dai capelli rossi può essere calata tranquillamente ai giorni nostri, in cui la tutela dell'infanzia, anziché consapevolizzare i fanciulli nell'esercizio dei loro diritti, ha finito per tarpargli le ali e per renderli dei soldatini dalle alte qualità prestazionali (i fanciulli di oggi hanno dimenticato il gioco del nascondino e della campana in virtù di eccellenti performance nel campo del nuoto, della danza ecc...). Il diritto al gioco e al tempo libero si sono trasformati nel bieco premio di consolazione per un alto voto scolastico! Per fortuna che Pippi c'è! Con la sua spontaneità, la sua allegria, la sua esuberanza... e ci aiuta ad immergerci in un mondo bello dove, a regnare, può solo la fantasia! E forse ha ragione la protagonista del racconto quando esclama: "Le persone grandi non si divertono mai; hanno solo molto da lavorare, degli abiti buffi, i calli e le tasse comunali. E poi sono pieni di superstizioni e di fisime: credono per esempio che succeda chissà cosa, magari di tagliarsi, se ci si infila il coltello in bocca."
Pippi Calzelunghe è un libro che stranamente ho letto solamente da adulta (anche perché da piccola ero un bel po' pigra in fatto di lettura) e con piacere mi ha innescato nella memoria i dolci ricordi di un'infanzia trascorsa a giocare con gli amici giù nel cortile. Mi domando, sarà ancora possibile lasciare i nostri ragazzi in strada a compiere le mirabolanti avventure di Pippi? O ci resta da consolarci unicamente con la lettura di questo romanzo?

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