venerdì 4 gennaio 2008

VA' DOVE TI PORTA IL CUORE

S. Tamaro - Va' dove ti porta il cuore
Lo trovo per caso in un supermercato. Rovistando tra i mille e più volumi in sconto accatastati sul bancone. Lo prendo tra le mani e ne leggo la prima pagina, come faccio di solito. Tutto intorno a me svanisce. Mi riaffiora alla mente l'immagine di un termosifone, quello del bagno di casa universitaria di una mia ex compagna di liceo, sul quale lei lo teneva riposto. "Ho pianto", torna nelle mie orecchie il ricordo di questa frase che mi disse un giorno quando andai a pranzo da lei. Lo aveva letto tutto d'un fiato e l'aveva commossa. Sull'onda di questo dolce amarcord, lo porto con me alla cassa.
La mia lettura purtroppo non è stata accompagnata da nessuna lacrima. Adoro leggere i libri-diario, la Tamaro ha avuto un ottimo spunto, ma non è riuscita ad andare oltre. Il suo romanzo non termina, al contrario lascia dietro di sé solo un'infinita serie di domande. In alcuni tratti l'ho trovata melensa come Danielle Steel. Lo stile: troppo pensante. I periodi: davvero lunghi. I termini: ricercati, complicati, a volte fuori luogo.
scritto da tuttoqui alle 13:55  04/01/2008
categorie: i libri che leggo
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Commenti:
 

#1 04 Gennaio 2008 - 15:06
ciao carissima sono Daniela!
Io invece quando l'ho letto, circa 4 anni fa, ho pianto proprio come la tua amica...mi ha commosso..mi ha tirato fuori delle cose dal mio io che non venivano fuori da tanto...
si è vero lascia delle mancate risposte...ma in fondo non succede anche nella vita di ognuno di noi??non abbiamo sempre risposta a tutto, o più che altro le risposte non possono essere uguali per tutti..per cui la risposta ad alcune domande potrai trovarla da sola...
Un abbraccio...Dany
utente anonimo

#2 04 Gennaio 2008 - 20:57
Ciao dany, grazie per il tuo commento! Per fortuna che un libro genera effetti differenti su ogni lettore, altrimenti non ci potrebbero essere dibattiti costruttivi!
In ogni modo, io l'ho comprato proprio sull'onda delle sensazioni che aveva suscitato alla mia compagna di liceo (dicono tutti di aver pianto, io mi sono commossa solo con "Non ti muovere" E "Io non ho paura") e fidando sul fatto che adoro leggere i libri che si svolgono a mo' di diario. Purtroppo però, ti devo ribadire che non mi è piaciuto moltissimo perché, nonostante la trama sia molto coinvolgente (la Tamaro ha delle ottime idee, vedi la storia della nonna che decide di scrivere una lunga lettera "d'amore" alla nipote per svelarle la causa del loro allontanamento, costringendola così a ripercorrere tutta la sua vita), l'autrice si perde, gira intorno intorno alle vicende e a volte non riesce a focalizzare. Alla fine la storia non si chiude e della nipote e di Ilaria si apprende davvero poco, quindi vengono a mancare dei tasselli fondamentali. Tutto è incentrato su Olga, la sua infanzia, il suo matrimonio, le sue scelte fatte e non fatte, con le quali non sono stata sempre d'accordo! Anzi, le pagine che raccontano della sua permanenza costretta a L'Aquila non scorrevano più... come se lei fosse diventata vittima di se stessa... non è una posizione che apprezzo... la nonna spesso non mi ha generato tenerezza, piuttosto una certa irritazione! E poi, come ho già detto, lo stile linguistico non è dei migliori! Comunque, la Tamaro un anno fa ha scritto un seguito della storia! Magari leggendolo potrei chiarire alcuni punti, chissà!
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#3 08 Gennaio 2008 - 13:05
CIAO MARIAROSARIA!! IO INFATTI STO LEGGENDO IL SEGUITO "ASCOLTA LA MIA VOCE" E SI, FORSE LI' TROVERAI PIU' NOTIZIE DI ILARIA!!
TU COME STAI? IO MI STO RIPRENDENDO DALL'INFLUENZA....
TUTTO IN UN ABBRACCIO!!
DANY
utente anonimo

#4 09 Gennaio 2008 - 22:55
perfetto, leggi il seguito, lo leggo anch'io e più in là continueremo il nostro dibattito, ok?
buona guarigione, baci
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